Non lontano da Piazza San Domenico Maggiore e da Piazzetta Nilo, si trova un’importante scultura. Il suo nome deriva dalla statua del Dio Nilo, di autore ignoto, che fu ritrovata e collocata qui nel XV secolo, all’epoca senza la testa che fu aggiunta nel XVII secolo. La piazza è un luogo ricco di storia, cultura e mistero grazie alla figura del Dio Nilo che vi giace, potente e muscoloso, con una lunga barba che gli conferisce un’aria particolarmente saggia.
Nella mano destra porta una cornucopia, ornata di fiori e vari altri oggetti, simbolo della fertilità del fiume egiziano, e ha il braccio sinistro appoggiato su una piccola sfinge. Il gruppo scultoreo in marmo, infatti, è un chiaro simbolo di accoglienza, è una testimonianza diretta del rapporto tra la Napoli greco-romana e l’Antico Egitto ed è una vera e propria celebrazione del Nilo. Non molti sanno, infatti, che questa zona fu a lungo abitata da una colonia di mercanti egiziani provenienti da Alessandria. La leggenda narra che i napoletani chiesero loro un augurio di prosperità da inviare in patria, visti gli ottimi rapporti tra i due popoli. E contemporaneamente ai culti romani, la popolazione era costretta a celebrarli in segreto. Quelli dedicati a Iside erano i più famosi e i più segreti, celebrati solo dagli iniziati.
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