I papiri di Ercolano sono una raccolta di antichi manoscritti scoperti nel sito di Ercolano, l’antica città romana vicino all’odierna Napoli, in Italia. Ercolano, insieme a Pompei, fu distrutta e sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. L’eruzione preservò e seppellì la città sotto uno strato di cenere vulcanica.
I papiri furono rinvenuti nella Villa dei Papiri, una lussuosa villa romana ad Ercolano, durante gli scavi del XVIII secolo. La scoperta dei papiri di Ercolano avvenne nel corso del XVIII secolo. Nel 1750, alcuni operai che scavavano un pozzo nel comune di Resina (l’attuale Ercolano) scoprirono l’ingresso di quella che più tardi fu identificata come la Villa dei Papiri. Questa villa, sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., conteneva una notevole biblioteca di rotoli di papiro.
Gli scavi iniziali furono supervisionati da Karl Weber, un ingegnere militare svizzero, sotto il patronato del re di Napoli, Carlo VII. La biblioteca è stata ritrovata in una stanza adiacente al passaggio coperto della villa, mentre i rotoli sono stati rinvenuti in armadi di legno. Sebbene gli scavi non fossero sistematici come le moderne pratiche archeologiche, il recupero dei papiri fu una scoperta rivoluzionaria.
La Villa dei Papiri prende il nome dalla vasta collezione di rotoli di papiro rinvenuti nel sito. Questi rotoli sono considerati alcuni degli unici esempi sopravvissuti dell’antica letteratura greca e romana. Il processo di srotolamento e decifrazione dei rotoli delicati e carbonizzati ha presentato sfide significative agli studiosi nel corso degli anni, ma i progressi tecnologici hanno consentito l’impiego di metodi non invasivi nello studio di questi importanti manufatti.
Si ritiene che la villa sia appartenuta a Lucius Calpurnius Piso Caesoninus, un ricco statista romano. I papiri sono considerati uno dei reperti più significativi della letteratura antica e costituiscono una preziosa fonte di informazioni sulla vita intellettuale e culturale dell’Impero Romano.
I papiri sono in realtà rotoli carbonizzati e il materiale vulcanico che ricopriva Ercolano ha contribuito alla loro conservazione. Tuttavia, sono estremamente fragili e danneggiati, il che rende la loro decifrazione e il loro studio un compito impegnativo. I testi coprono una varietà di argomenti, tra cui filosofia, poesia e scritti filosofici epicurei.
Sono stati fatti diversi tentativi per aprire e leggere i papiri ercolanesi senza danneggiarli. Un metodo prevede l’utilizzo di tecniche di imaging avanzate, come l’imaging multispettrale e l’imaging a raggi X, per ricostruire digitalmente i testi. Gli studiosi continuano a lavorare per decifrare e interpretare il contenuto di questi antichi rotoli, facendo luce sulle attività intellettuali e letterarie del mondo antico.
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