Scavata per la prima volta nel XVIII secolo, una domus sulla via di Nola, la Casa di Giove, fu chiamata così per un piccolo dipinto del dio romano trovato nel larario della casa. Gli ultimi scavi di Pompei sono tornati su questa domus per ottenere un quadro più completo della sua architettura, del suo arredamento e della sua storia. Gli archeologi hanno portato alla luce un mosaico sorprendente e molto insolito, raffigurante un enigmatico episodio mitologico. La figura centrale è stata successivamente identificata come Orione.
Un mosaico che mostra un mezzo uomo e mezzo scorpione alato con i capelli in fiamme, sospeso su un serpente arrotolato. “Per quanto ne sappiamo, la figura era sconosciuta all’iconografia classica”, afferma il Prof. Massimo Osanna. Alla fine ha identificato il personaggio come il cacciatore Orione, figlio del dio del mare Nettuno, durante la sua trasformazione in costellazione. “Esiste una versione del mito in cui Orione annuncia che ucciderà tutti gli animali della Terra”, spiega Osanna. “La dea Gaia, adirata, invia uno scorpione per ucciderlo, ma Giove, dio del cielo e del tuono, mette le ali a Orione che, come una farfalla che lascia la crisalide, si alza al di sopra della Terra, rappresentata dal serpente, per entrare nel firmamento e trasformarsi in costellazione”.
Pompei non finisce di stupire
Pompei non finisce di stupire: l'ultimo tesoro venuto alla luce durante le attività di scavo in corso nell'insula 10 della Regio IX ci restituisce un ambiente interno composto da un imponente salone da banchetto e da eleganti pareti nere, decorate con soggetti...
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